domenica 18 aprile 2010

Tragedia in Polonia: fatalità o complotto?

salma_presidente_280xFreeLo scorso sabato mattina l’aero su cui viaggiava il Premier polacco Lech Kaczynski, insieme alla moglie, diversi ministri, il governatore della banca centrale, il capo di stato maggiore dell’esercito, si è schiantato a terra dopo aver colpito alcuni alberi causa la fitta nebbia; un totale di 88 componenti dell’elite polacca che avrebbe dovuto partecipare ad una commemorazione per le vittime dell’eccidio di Katyn, foresta in cui 22 mila polacchi furono uccisi nel 1939. A loro vanno aggiunti otto membri dell’equipaggio.

Secondo la dinamica, l’aereo ha toccato le cime di alcuni alberi prima di schiantarsi al suolo, alle 8:56 ora italiana (10:56 locali). Secondo la TV russa la torre di controllo dell’aeroporto di Smolensk aveva sconsigliato al pilota di atterrare proprio per le condizioni del tempo, suggerendogli di dirigersi invece verso l’aeroporto di Minsk, in Bielorussia. Il pilota però ha ignorato l’avvertimento e ha fatto tre tentativi di atterraggio andati a vuoto. Il quarto è stato quello fatale. Lo scalo di Smolensk non dispone del radar necessario per l’atterraggio strumentale in caso di scarsa visibilità orizzontale.

Con questo tragico evento, è letteralmente spazzato via l’intero vertice istituzionale polacco: c’erano infatti anche il governatore della Banca centrale di Polonia Slawomir Skrzypek, diversi membri del gabinetto di Kaczynski, il capo di stato maggiore dell’esercito polacco Frantiszek Gagor e il vice presidente del Pis, il partito conservatore dei gemelli Kaczynski Przemyslaw Gosiewski, il vicepresidente del Parlamento, Jerzy Smajdinski, il vicecancelliere del Parlamento Wladyslaw Stasiak, l’ex presidente Ryszard Kaczorowski, alcuni deputati, il candidato conservatore alle prossime presidenziali, il viceministro degli Esteri Andrzej Kremer e il vescovo cappellano dell’esercito. Della delegazione che accompagnava il presidente a Katyn, facevano anche parte personalità storiche, come l’ultimo presidente del governo polacco in esilio a Londra, Ryszard Kaczorowski. I giornalisti che di solito viaggiano al seguito del Presidente polacco Lech Kaczynski sono invece scampati all’incidente perché si erano imbarcati su un aereo decollato un’ora prima.

Le scatole nere ci diranno la verità, o almeno si spera. Stando alla prima ricostruzione, sembra proprio trattarsi di un normalissimo incidente aereo. Ma vista la posizione internazionale assunta dalla Polonia a partire dal crollo dell’URSS, decisamente nazionalista e filo-occidentale, come d’altronde quasi tutti gli Stati ex comunisti, non si escludono eventuali complotti russi.

Lech Kaczynski, insieme al fratello gemello Jarosław, ha iniziato a fare politica da ventenne negli anni ’70, quando prese parte al movimento democratico polacco anticomunista, fino a diventare nel 1980 consulente del comitato per gli scioperi del Porto di Danzica e del movimento Solidarność; attivismo che gli costerà anche il carcere ad inizio anni ’80. Insieme al fratello però negli anni ’90 finì per prendere le distanze anche da Lech Walesa, formando un partito conservatore e nazionalista nel 2001 “Diritto e Giustizia”, vincendo poi le elezioni a Premier nel 2005. In questi ultimi anni la Polonia è diventata gradualmente filo-americana e scomoda per la Russia di Putin: ha partecipato alla guerra voluta dagli Usa in Iraq e di recente ha potenziato il suo contingente in Afghanistan, portando i soldati a 2.600 unità. Raggiunse l’accordo durante l’amministrazione Bush per ospitare lo Scudo antimissile Usa, che fece infuriare la Russia; scudo antimissile che è stato riconfigurato in un diverso tipo di difesa contro i missili intercettori ma da farsi non prima del 2018. Infine, non va dimenticato che di recente la Russia ha dato avvio alla costruzione del gasdotto che collega direttamente la Russia con l’Europa occidentale via Mar Baltico, e che legherà ancor di più il vecchio continente al Cremlino, assoggetandolo ad esso dal punto di vista economico; contrarie al progetto sono le Repubbliche Baltiche e la Polonia, Stati che si trovano aggirati dall’infrastruttura, e che non casualmente sono storicamente critici nei confronti della verticale della potere di Mosca. Questi membri dell’Unione Europea per fermare il progetto hanno sollevato persino obiezioni di carattere ecologico, dal momento in cui il fondale marino interessato è costellato di residui bellici del secondo conflitto mondiale.

Insomma la Polonia per l’ex padrona russa è diventata una vicina scomoda. E come nel 1939 Stalin fece trucidare quasi 22 mila civili e militari polacchi nella foresta di Katyn per mostrare ai vicini nemici la propria potenza e superiorità, a distanza di 61 anni il nuovo dittatore o se preferite Zar, travestito di ipocrita democrazia, potrebbe aver voluto di nuovo ribadire la propria forza ai vicini scomodi. Ironia della sorte, stesso giorno e stessa zona.

Il mandato di Lech Kaczynski sarebbe terminato il prossimo autunno, ma dato il suo decesso, le elezioni saranno anticipate probabilmente al prossimo giugno.

(Fonti: http://www.repubblica.it/esteri/2010/04/10/news/aereo-polacco-3240505/, http://it.wikipedia.org/wiki/Lech_Kaczy%C5%84ski,

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/201004articoli/54015girata.asp,

http://matteocazzulani.blogspot.com/2010/04/battezzato-il-nord-stream-ecco-come.html)

Luca Scialò

fonte http://www.caffenews.it/?p=7789

Kaczynski, la Polonia e le ipotesi del complotto sovietico

aprile 19, 2010 Inchieste
Lech Kaczynski e Barack ObamaLech Kaczynski, un uomo scomodo – Tutti riconoscono che Kaczynski è stato uno dei politici più controversi d’Europa. Eletto presidente della Polonia nel 2005, dopo una campagna elettorale improntata alla difesa dei valori nazionali e di un stato forte, il leader del partito ultraconservatore PiS (Prawo i Sprawiedliwosc, in italiano Legge e Giustizia) nomina nel 2006 il fratello gemello Jaroslaw (dal quale si distingue solo per un neo alla sinistra del naso) premier, dando vita a quella che sarà definita sardonicamente come “repubblica monozigote”. Populismo, nazionalismo, cattolicesimo, anti-comunismo ed euroscetticismo sono le coordinate entro le quali si colloca la Polonia nell’era Kaczynski. Lech è molto abile ad incarnare il sentimento di identità nazionale polacca, che pure riconosce nella Russia e nella Germania i nemici storici della Polonia. Rinfocolando quel rancore mai sopito nella popolazione del Lebensraum, terra di confine compresa tra le due superpotenze, Kaczynski conquista la simpatia di molti polacchi, conquistando l’elettorato tradizionalista e quello delle zone rurali. Il presidente mal sopporta anche la comunità gay: da sindaco di Varsavia impedisce che nel 2002 si tenga il Gay Pride; tramite il ministero della Pubblica Istruzione vieta la “diffusione del comportamento omosessuale” a scuola. Le sue ossessioni omofobiche lo porteranno ad incassare persino una condanna dalla Corte europea. Da convinto anti-comunista (secondo solo a Berlusconi) e al grido di “lotta alla Russia” avvia un vero e proprio programma di decomunistizzazione della Polonia, dando il via nel 2007 alla “lustracja”: 700000 polacchi devono rispondere ad un questionario sulla loro eventuale collaborazione con il regime sovietico. L’iniziativa viene tuttavia bocciata dalla Corte Costituzionale. Appoggiando con determinazione i governi antisovietici, Lech Kaczynski instaura stretti rapporti con Georgia ed Ucraina, convinto che una Nato più forte possa scoraggiare la Russia dal riaffermare la propria influenza sull’est europeo. Lech Kaczynski è stato tra i più pertinaci sostenitori dello scudo spaziale americano in Polonia, tanto odiato dai sovietici. Da euroscettico osteggia la leadership tedesca, minaccia con il diritto di veto, cerca di far valere il peso della Polonia (fino ad invocarne i tanti caduti come valore aggiunto), non entra nell’eurozona e non adotta il trattato di Lisbona, pur ratificato dal suo stesso parlamento. Alla luce di tutto questo Lech Kaczynski si dimostra sine dubio una vera e propria spina nel fianco tanto ad Ovest quanto più ad Est. Un personalità sulla quale si continuerà a discutere animatamente per ironia del caso anche sulla data del funerale o sul luogo della sepoltura.

guerra freddaLa complessa situazione geopolitica ed il fantasma di una seconda guerra fredda – Scrive Panebianco sul Corriere “Le paure di Varsavia nei confronti dell’imperialismo russo, alimentate da una memoria che non può essere cancellata, sono esasperate dalla scelta tedesca di un matrimonio di interessi con la Russia di Putin e Medvedev. I Paesi dell’est, Polonia in testa, sono sempre meno sicuri che l’Unione (europea) sia capace di dare loro adeguata protezione ed una solidarietà non solo formale a fronte dei periodici ruggiti dell’orso russo”. Le immature democrazie post-sovietiche temono un possibile risveglio del gigante rosso e non trovano nell’UE sufficiente rassicurazione. Ora è alquanto evidente “l’indebolimento del ruolo politico degli Stati Uniti” e diviene sempre più profonda la rottura dell’asse franco-tedesco che assicurava la continuità del processo di europeizzazione dei paesi dell’est . In quest’ottica è da connotarsi anche l’affermazione di movimenti ultraconservatori e nazionalisti (come il PiS dei Kaczynski in Polonia o, più recentemente, il Fidesz e il Jobbik in Ungheria) che ben si radicano in uno scenario di insicurezza generalizzata nell’area post-sovietica. L’orso russo s’è destato dal letargo e cerca di riappropriarsi della propria influenza oltre gli Urali. Stiamo assistendo ad un cambiamento dello scenario geopolitico, un rollback in orbita sovietica, accompagnato al fallimento delle politiche di contenimento della Russia: dell’asse filo-atlantico resiste solo la Georgia (per quanto ancora?). La Russia si riprende, dopo l’Ucraina, anche il Kirghizistan, dove si trova la base di Manas (logisticamente fondamentale per la tenuta della campagna USA in Afghanistan) che i sovietici non tanto velatamente hanno intenzione di togliere agli Stati Uniti. Gli accordi Start-1 e Start-2 tra Washington e Mosca, volti alla riduzione degli armamenti nucleari, sembrano sempre più false partenze. Il governo russo ha emesso una dichiarazione unilaterale con la quale pone una condicio sine qua non per la finalizzazione del nuovo accordo Start: il nuovo scudo Usa non deve minacciare la capacità deterrente del potenziale nucleare russo. Questa dichiarazione ha acceso gli animi dei repubblicani che non sono convinti della reale disponibilità di Medvedev allo Start-2. Ma Obama li rassicura dicendo che lo scudo non è da intendersi in chiave anti-sovietica, ma anti-Iran (che al momento ancora non ha armi nucleari). nordstream gasdottoLa morte di Kaczynski potrebbe far saltare il protocollo, firmato poche settimane fa tra USA e Varsavia, che prevede l’installazione in Polonia dei missili balistici Patriot. Un altro problema non secondario, anzi fondamentale, è la smania russa di consolidare ulteriormente il controllo sulle risorse energetiche in Asia centrale. Nuovi accordi con Kazakistan e Turkmenistan (maggiori produttori di gas naturale nella regione) e la dipendenza energetica dell’Europa rafforzano inevitabilmente il Cremlino. La ritrovata sintonia tra Russia e Germania sancita dall’inaugurazione della costruzione del gasdotto NordStream, ne è la prova. L’asse Berlino-Mosca ed il gasdotto baltico indeboliscono proprio i paesi dell’Est, perché viene sostanzialmente impedito loro di sfruttare una fonte di ricchezza imponderabile. Nel contempo la povera Polonia deve salutare oltre al suo establishment (passato misteriosamente a miglior vita) anche la costruzione dello Yamal II, che avrebbe affiancato e raddoppiato la capienza del gasdotto Yamal (che unisce Russia ad Europa via Polonia). Nonostante il NordStream sia di vitale importanza per l’UE, il consorzio che ne gestisce la costruzione è di proprietà per il 51% della Gazprom (dunque di Mosca) e per il 49% dei tedeschi della E.On. e della Wintershall.

putinIpotesi di complotto – L’animo dei polacchi è a buon diritto diffidente, ne hanno passate tante nel corso dei secoli. Ultima sciagura in ordine temporale è quella della caduta del Tupolev Tu-154 che trasportava l’ossatura dello stato polacco, presidente in testa, alla commemorazione delle vittime dei sovietici nel 1939 a Katyn. L’incidente ha qualcosa di strano, come può essere per qualsiasi incidente aereo di per sè. Ma perchè s’erano recati proprio a Katyn? In verità alcuni giorni prima v’era stata una cerimonia commerativa ufficiale alla presenza del premier polacco Donald Tusk e del corrispettivo russo Vladimir Putin (sì, quello del lettone). Questo evento ha una valenza storica non indifferente, poichè è di fatto la prima volta che un leader russo partecipa a questa celebrazione che ricorda l’eccidio sovietico: un nuovo step nel percorso di disgelo russo-polacco intrapreso da Tusk. Ma Kaczynski e molti altri rigettano la posizione debole di Tuck e preferiscono andare a Katyn per una cerimonia privata e priva della delegazione russa. Giammai con i russi! Fatale gli fu questo motto interiore e foriera di morte la Russia stessa. Non voglio credere, e persuadere nessuno a farlo, nel complotto, ma degli elementi di incongruità, è inutile negarlo, vi sono. Sicurame s’è creata anche una congiuntura geopolitica tale che, oltre la solidarietà di circostanza, la morte di Kazcynski appare quasi “caduta dal cielo” (come il suo aereo del resto). A Mosca era indubbiamente odiatissimo ed era considerato un vicino scomodo, spiccatamente filo-americano e geneticamente anti-russo. I russi sostengono che l’incidente sia stato determinato da “un errore da parte dell’equipaggio durante le manovre di atterraggio” all’aeroporto di Smolensk. Morto Kaczynski entra in carica Bronislaw Komorowski, Maresciallo del Sejm (equiparabile al nostro Presidente della Camera), che, a differenza del presidente, è stato a lungo alleato di Mosca. Ricapitoliamo l’accaduto: un aereo di fabbricazione russa, di recente totalmente revisionato con successo (ce lo assicura il russo Alexei Gusev, direttore generale della russa Aviaktor Factory) in Russia (a Samara), con dei noti anti-russi polacchi a bordo precipita in Russia, quando questi dovevano recarsi a commemorare 22000 ufficiali polacchi anti-russi, uccisi dai russi (che davano la colpa ai nazisti), perchè nessuna ricucitura con la Russia era ammissibile. Farà luce sull’accaduto un’inchiesta ovviamente russa. Beffa del destino? Il fatto che l’aereo è stato revisionato nel dicembre 2009 e sembrava essere in perfetto stato è dire tutto e niente. Ma molti sono convinti che non sia difficile manomettere un altimetro (cosa che può causare concreti problemi a chi è costretto a navigare a vista). Un altro particolare fatale è che l’aeroporto di Smolensk non è dotato di uno speciale radar anti-nebbia comune in Occidente. La pista non era visibile per la nebbia e questo radar, che non c’era, sarebbe servito per finalizzare l’atterraggio. Dei bambini, che giocavano lì vicino, hanno riferito che l’aereo ha volato per diverso tempo molto basso, prima di cadere. Alcuni hanno riferito di aver sentito distintamente due esplosioni. Già due esplosioni! Ora, non sono esperto di esplosioni, ma mi sorgono spontaneamente delle domande. Cosa può averle determinate? Il carburante. resti aereo tupolevEd era sufficiente il carburante in serbatoio per determinare due esplosioni e disintegrare completamente l’aereo, di cui si conservano solo frammenti e parti delle ali e dei reattori? I frammenti dell’aereo, tra l’altro, sono stati trovati per diverse miglia intorno al luogo della caduta. Il New York Times ci dice che l’inchiesta russa verte sulla possibilità che Lech Kaczynski abbia fatto pressioni sul pilota per atterrare ugualmente, nonostante le condizioni fossero proibitive. Ma è intervenuto il procuratore polacco Andrzej Seremet a smentire seccamente la ricostruzione russa: non vi sono al momento delle indicazioni tali che lascino concludere che i piloti del Tupolev abbiano subito pressioni per atterrare, nonostante le condizioni avverse. Anche la sbobinatura delle scatole nere ha escluso categoricamente che siano state esercitate delle pressioni sui piloti, affinchè atterrassero ugualmente, incuranti delle condizioni meteorologiche sfavorevoli. Il fatto che si siano tentati anche quattro atterraggi prima del tragico epilogo è anomalo, in quanto, di solito, tre sono le prove consentite in queste condizioni climatiche, poi si cambia sede d’atterraggio. Così non è stato. Staremo a vedere gli esiti delle inchieste in corso, memori del fatto che “Medved capisce che la Guerra Fredda è finita, Putin ancora no”. L’unica cosa che Putin potrebbe fare per allontanare l’ombra di ogni sospetto sarebbe quella di far partecipare attivamente la Polonia alle indagini. Sul Times si propone di “invitare esperti polacchi a essere partecipi e testimoni di ogni aspetto delle indagini”, ricordando “Come il massacro di Katyn e la morte del generale Sikorski, l’incidente Smolensk verrà a rappresentare un’altra pietra miliare nella tragica storia della Polonia. L’orrore di Katyn è stato nascosto per mezzo secolo dietro le menzogne sovietiche; il destino di Sikorski è stata oscurato, per troppo tempo, dal segreto britannico. Questa volta la Polonia dovrebbe avere il diritto di decidere che cosa è realmente accaduto”. Con buona pace di Kaczynski la Russia potrà aggiungere al pallottoliere anche la Polonia, dopo l’Ucraina ed il Kirghizistan. E al di là delle fantasie del complotto o dell’incidente si ha la concreta sensazione che qualcosa sia inesorabilmente mutato.

Alessio Bernardi

http://www.caffenews.it/?p=7833

sabato 10 aprile 2010

Il presidente polacco si trovava sull'aereo insieme alla moglie

Da Varsavia, intanto, e' arrivata la conferma della morte di Kaczynski. Il presidente polacco si trovava sull'aereo insieme alla moglie e il fratello. Sul veivolo anche il vice ministro degli Esteri della Polonia Andrzej Kremer e il capo di Stato Maggiore dell'Esercito. Il presidente russo Dmitry Medvedev, intanto, ha nominato il primo ministro Vladimir Putin capo di una commissione speciale per investigare sull'incidente aereo e ha inoltre inviato sul posto il ministro per le situazioni di emergenza, Sergei Shoigu.

POLONIA: I KACZYNSKI, GEMELLI TERRIBILI DELL'UE

(AGI) - Roma, 10 apr. - Un neo sulla guancia sinistra. Era l'unico segno che distingueva Lech da Jaroslaw Kaczynski, i due gemelli polacchi uniti da un incredibile destino per tutta la loro vita: insieme sul set (da bambini prodigio del cinema polacco), insieme nel sancta sanctorum del potere polacco, insieme contro l'Unione Europea. Il destino, pero', ha riservato una morte prematura solo a Lech sul volo per Katyn.
I due nascono a Varsavia il 18 giugno del 1949, da papa' Rajmund, di professione ingegnere, e da mamma Jadwiga, filologa: appena dodicenni, sono protagonisti di un film tratto da una storia per l'infanzia molto famosa nel paese. Lech si laurea in Legge all'Universita' di Varsavia e consegue un dottorato presso l'Universita' di Danzica, dove poi insegnera'.
Sposato e padre di una figlia, negli anni 70 e' impegnato con il fratello come attivista nel movimento democratico polacco anticomunista. Nell'estate del 1980 entra da consulente nel comitato per gli scioperi del Porto di Danzica e di Solidarnosc, e l'anno dopo - nel periodo di legge marziale - finisce internato come elemento anti-socialista. In Parlamento dall'89, anno in cui diventa vice presidente di Solidarnosc, e' il piu' stretto consigliere di Walesa quando quest'ultimo - grazie alle prime elezioni presidenziali libere del paese - diventa presidente: la "luna di miele" tra i due non dura pero' molto, complici i dubbi di Walesa sulle severe riforme economiche pensate dai due Kaczinsky. Per quattro anni sindaco di Varsavia, nell'ottobre 2005 Lech diventa presidente ad alcuni mesi dalla schiacciante vittoria elettorale dei conservatori di "Legge e giustizia" (Pis), il partito intransigente ed euroscettico guidato dai due gemelli. L'anno dopo, Lech conferisce a Jaroslaw, presidente del partito "Diritto e Giustizia", l'incarico di formare il nuovo governo, al posto di Marcinkiewicz, costretto alle dimissioni a soli nove mesi dall'insediamento. Quelli che seguono sono anni pieni di impegni, nei quali Lech non fa nulla per smentire la sua solida fama di anticomunista, confermata anche dalle aspre critiche all'intervento di Putin in Georgia nell'estate di due anni fa. Arrivarono a privare del mandato di eurodeputato Bronislaw Geremek, simbolo della dissidenza anti-comunista che si era opposto alla legge che prevedeva l'obbligo di sottoscrivere se si aveva avuto in passato rapporti con i servizi segreti comunisti. Per l'UE sono sempre stati una spina nel fianco: dal rilancio della pena di morte alla contestazioni dei diritti civili per gli omosessuali. Si batterono, inoltre, per conservare un numero di voti all'interno del Consiglio europeo superiore alle proporzioni demografia del Paese che rappresentavano. .

Russia, precipita l'aereo del presidente polacco

MOSCA - L'aereo del presidente polacco Lech Kaczynski è precipitato mentre era in arrivo all'aeroporto di Smolensk, nella Russia occidentale.

Lech Kaczynski era a bordo del velivolo e secondo quanto annunciato ufficialmente a Varsavia dal portavoce del ministero degli esteri Piotr Paszkowski, il presidente e' morto nell'incidente. Sarebbe dovuto atterrare all'aeroporto di Smolensk per recarsi poi a Katyn e rendere omaggio alle vittime dell'eccidio. Anche la moglie di Kaczynski, Maria, riferisce la tv polacca, è tra le vittime.

Il fratello del presidente polacco Lech Kaczynski, Jaroslaw, non si trovava a bordo del velivolo. E' quanto ha fatto capire il ministro degli esteri Radoslaw Sikorski in dichiarazioni dopo il disastro all'emittente privata polacca Radio Zet.

''E' stato mio triste dovere - ha detto il ministro degli esteri Smolensk - informare della sciagura il premier (Donald Tusk), il presidente del Sejm (il parlamento, Bronislaw Komorowski) e Jaroslaw Kaczynski'', il fratello gemello del presidente defunto. Il premier Tusk, ha precisato Sikorski, ''ha pianto'' quando ha appreso la notizia.

C'erano 96 persone in tutto sul volo, di queste 88 facevano parte della delegazione ufficiale che avrebbe dovuto partecipare a una cerimonia di commemorazione a Katyn. Lo ha riferito la protezione civile russa alla Itar-Tass. Gia' in precedenza le autorita' avevano comunicato che non vi sono sopravvissuti.

I resti dell'aereo sono stati individuati a circa un chilometro dalla pista di atterraggio dell'aeroporto militare di Smolensk, Severni, riferiscono i mezzi di informazione russi. Le ricerche sono difficoltose perche' la zona e' paludosa.

Secondo le prime informazioni sulla zona dell'atterraggio c'era una fitta nebbia. L'aereo ha toccato le cime degli alberi prima di schiantarsi al suolo.

Nell'aereo schiantatosi in Russia si trovavano a bordo anche i parenti degli ufficiali della strage sovietica di Katyn nel 1940, la cui morte dove essere commemorata proprio oggi in una cerimonia a Smolensk. La televisione polacca ha intanto divulgato una lista delle persone che si trovavano a bordo dell'aereo schiantatosi e fra queste figurano il presidente Lech Kaczynski e la moglie Maria, diversi alti funzionari fra cui il capo di stato maggiore Frantiszek Gagor e il vice presidente del Pis, il partito conservatore dei gemelli Kaczynski (Pis), Przemyslaw Gosiewski. Il premier Donald Tusk ha convocato una riunione di urgenza del governo a Varsavia.

MEDVEVED, COMMISSIONE INCHIESTA - Il presidente russo Dimitri Medvedev ha nominato una commissione d'inchiesta sull'incidente aereo in cui e' precipitato oggi a Smolensk, nell'ovest della Russia il Tupolev 154 con a bordo il presidente polacco Lech Kaczynski. Medvedev ha designato il presidente Vladimir Putin a capo della stessa Commissione e ha inviato sul posto il ministro russo della protezione civile. Lo riferisce Irar-Tass ricordando che l'accesso alla zona e' particolarmente difficile in quanto si tratta di un'area paludosa.
TV, TORRE CONTROLLO AVEVA SCONSIGLIATO ATTERRAGGIO - Secondo la tv russa la torre di controllo dell'aeroporto di Smolensk aveva sconsigliato al pilota dell'aereo presidenziale polacco di atterrare per le proibitive condizioni del tempo. Sulla zona gravava una fitta nebbia ed le autorita' aeroportuali aveva quindi consigliato di dirigersi sull'aeroporto di Minsk, in Bielorussia. Il pilota pero' ha ignorato l'avvertimento e ha fatto tre tentativi di atterrare andati a vuoto. Il quarto e' stato quello fatale. I resti dell'aereo sono sparsi su un ampio raggio.
GIORNALISTI AL SEGUITO SALVI, PARTITI UN'ORA PRIMA - I giornalisti che di solito viaggiano al seguito del presidente polacco Lech Kaczynski sono scampati per un soffio alla morte perche' imbarcatisi su un altro aereo decollato un'ora prima alla volta di Smolensk in Russia. Lo ha riferito una giornalista russa ai microfoni di Sky TG24.
PORTAVOCE GOVERNO, PRESIDENZIALI ANTICIPATE - La Polonia indira' elezioni presidenziali anticipate dopo la morte oggi del presidente Lech Kaczynski nell'incidente aereo di Smolensk, Lo ha detto un portavoce del governo. Le elezioni presidenziale erano previste per ottobre.
''In linea con la costituzione terremo elezioni presidenziali anticipate'', ha detto Pawel Gras. ''Per il momento il portavoce della Camera Bassa del parlamento Bronislaw Komorowski e' automaticamente il facente funzioni'', ha aggiunto, Secondo i costituzionalisti, la data delle elezioni deve essere annunciata entro due settimane e le elezioni si devono svolgere entro due mesi.